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Tantissime persone presenti al funerale dei quattro alpini morti in Afghanistan

12 ott 2010
Tantissime persone presenti al funerale dei quattro alpini morti in Afghanistan
Tantissime persone presenti al funerale dei quattro alpini morti in Afghanistan
Intorno alle quattro bare, avvolte nel tricolore, tutto il dolore e la rabbia delle famiglie. Giorgio Napolitano ha abbracciato, commosso, i parenti dei giovani alpini uccisi in Afghanistan. I loro visi, immobili nel sorriso di carta di una fotografia, stretti al petto dei genitori. L’ultimo saluto è avvenuto in una basilica gremita di gente. A Santa Maria degli Angeli, a Roma, c’erano parenti, amici, conoscenti, e naturalmente la politica. Oltre a Napolitano, anche Fini, La Russa, Schifani, Maroni, Matteoli, e tanti altri. “L'Italia abbraccia come una madre Gianmarco, Sebastiano, Marco, Francesco”, ha esordito nella sua omelia monsignor Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia. I quattro alpini sono stati ricordati come "profeti del bene comune, decisi a pagare di persona ciò in cui hanno creduto e per cui hanno vissuto. Erano in Afghanistan - ha aggiunto - per difendere, aiutare, addestrare. Il vero dono non è dono di qualcosa, ma il dono di sé. Il dono ha a che fare con la vita, e perciò anche con la morte.” E mentre l’Italia piange i suoi soldati, la politica si scontra sul sì alle bombe. Domani il ministro della Difesa La Russa riferirà in Senato. Probabilmente verrà chiesto il consenso del Parlamento per armare i caccia italiani in Afghanistan. Mentre Frattini, in un’intervista a Repubblica, ha parlato del ritiro del contingente italiano. Inizierà la prossima estate e procederà gradualmente. L'intenzione è di completarlo nel 2014.

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