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Arresto Podeschi: Roberti deposita memoria difensiva e rievoca inizi del conto Mazzini

10 lug 2014
Arresto Podeschi: Roberti deposita memoria difensiva e rievoca inizi del conto MazziniArresto Podeschi: Roberti deposita memoria difensiva e rievoca inizi del conto Mazzini
Arresto Podeschi: Roberti deposita memoria difensiva e rievoca inizi del conto Mazzini - Giornata di interrogatori importanti quella di oggi: quasi in contemporanea, ascoltati a San Marino...
Giornata di interrogatori importanti quella di oggi: quasi in contemporanea, ascoltati a San Marino e a Rimini Claudio Podeschi e Giuseppe Roberti.
Gli avvocati Annetta, Pagliai e Campagna hanno chiesto e ottenuto un nuovo interrogatorio per i loro clienti, Claudio Podeschi, in carcere ormai da 18 giorni, e Biljana Baruca. Dopo aver ricevuto e studiato gli atti del fascicolo, i legali hanno sempre sostenuto di avere più chance nel contestare gli addebiti. L'accusa è riciclaggio. All'interrogatorio, iniziato alle 15, c'era il solo commissario Buriani, perché il commissario Morsiani, sempre per l'indagine “Mazzini”, era a Rimini: quasi contemporaneamente, infatti, in tribunale, veniva ascoltato Giuseppe Roberti, uomo chiave dell'inchiesta, ex presidente di Banca commerciale, ritenuto il “padre” di quei libretti al portatore dai nomi fantasiosi, tra cui proprio Mazzini. Roberti, indagato, non si è mai presentato al tribunale sammarinese nonostante le convocazioni. Al tribunale di Rimini, accompagnato dai suoi avvocati, tra cui Rossano Fabbri di San Marino, ha parlato un paio d'ore, depositando una memoria e rievocando gli inizi del conto Mazzini, dai primi anni 2000, peraltro non aperto da lui, avrebbe detto. La sua linea difensiva sembra essere quella di confermare l'uso dei libretti ma solo fino al 2005 quando la normativa cambiò e i finanziamenti ai partiti divennero illeciti. L'indagine su Podeschi e Baruca invece si focalizza su enti e società che gli inquirenti ritengono facciano capo ai due, come la Clabi (nome ricavato dalle iniziali di Claudio e Biljana), la Fondazione per la promozione economica e finanziaria, formalmente in capo a Pietro Silva, la Fondazione Alexandra, e la R.P. srl, facente capo alla Baruca, che detiene l'80% delle quote sociali, col restante 20% in capo alla Fincompany. Sequestrate le azioni della R.P., nominato anche un custode. L'indagine doveva approfondire anche i paventati progetti per la realizzazione di un nuovo ospedale, la consulenza era stata affidata alla società canadese Interhealth. Il primo contatto era stato di Claudio Podeschi, come segretario alla Sanità. Nel luglio 2013, una delibera del congresso di Stato nominava una delegazione per esaminare un piano di fattibilità: “Mai fatta una riunione, decadde tutto”, dice il segretario Mussoni.

FB

IL PUNTO DELL'ANSA
L'inchiesta "conto Mazzini" e le tangenti ai politici sammarinesi transitate su libretti al portatore foraggiati da conti della Banca commerciale sammarinese (Bcs), è arrivata a Rimini. E' stato infatti interrogato questo pomeriggio in un ufficio della Procura di Rimini, su rogatoria del Tribunale Unico del Titano, Giuseppe Roberti, socio della Bcs, l'istituto di credito poi smantellato dalla Banca Centrale sammarinese. Roberti è considerato "uomo chiave" dell'inchiesta che, coordinata dal commissario della legge Alberto Buriani, il 23 giugno scorso ha portato all'arresto di Claudio Podeschi, uomo politico di spicco della democrazia cristiana sammarinese, ex ministro e capogruppo parlamentare, arrestato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di tangenti. Oggi per l'interrogatorio lampo, visto che è durato meno di un'ora, sono arrivati da San Marino il commissario della legge, Simon Luca Morsiani che indaga insieme con il commissario Buriani, e un agente della polizia giudiziaria sammarinese. Roberti, indagato per associazione per delinquere e tangenti, assistito dagli avvocati Francesco Pisciotti di Rimini e Rossano Fabbri di San Marino, ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Ha anche prodotto una memoria di quattro pagine in cui spiega come, negli anni in cui si concentra l'indagine dal 2004 in poi, funzionava il sistema San Marino. Da "uomo di banca" e "uomo di politica", Roberti ha anche spiegato che i soldi per la politica erano destinati "al voto estero" e ai partiti. Quindi non potendo girare le somme direttamente sui conti dei partiti, erano stati aperti i libretti al portatore. Roberti ha poi spiegato che il famoso 'libretto Mazzini' era stato aperto da un'impiegata della fiduciaria. Un punto essenziale della memoria di Roberti, poi, il ruolo di Gilberto Canuti ex direttore generale della Bcs indagato anch'egli per gli stessi reati. "Che credibilità può avere un direttore - ha sostenuto - che aveva le seconde chiavi e ha aperto le cassette di sicurezza della banca?". Infine, Roberti, che non ha fatto il nome di politici ma annuncia nuove rivelazioni sul ruolo dell'attuale ministro delle Finanze, ha dichiarato che in quegli anni nel "sistema San Marino, si consentiva l'anonimato bancario e quindi i libretti al portatore". (ANSA).

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