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Giudiziaria: condannato 45enne per lesioni aggravate e ingiurie alla ex moglie

6 nov 2017
Tribunale San MarinoGiudiziaria: condannato 45enne per lesioni aggravate e ingiurie alla ex moglie
Giudiziaria: condannato 45enne per lesioni aggravate e ingiurie alla ex moglie - A sentenza due procedimenti: uno riguardante un episodio di ingiurie sui social; l'altro relativo a...
12 anni. Tanto era durata la convivenza – sul Titano - tra un riminese 45enne, e la ormai ex moglie, originaria di Sanremo. Poi la relazione era entrata in crisi, e a gennaio – nel corso di un diverbio – l'uomo aveva schiaffeggiato la donna, facendola cadere a terra; per poi afferrarla al collo mentre questa chiedeva aiuto. Nei mesi successivi, in un paio di occasioni, le aveva rivolto epiteti. Da qui l'imputazione per lesioni aggravate dal legame coniugale -, e ingiurie. Gli ex coniugi, oggi, erano entrambi presenti in Aula. Nel corso dell'udienza la testimonianza del figlio di lei, che ha confermato un episodio di ingiuria. Poi l'esame delle parti. La donna ha ribadito i contenuti della querela. L'ex marito si è detto profondamente pentito; poi ha parlato della propria esasperazione. “Mia moglie – ha detto - voleva cacciarmi di casa, dopo aver iniziato un'altra relazione”. Il Giudice Battaglino lo ha condannato a 2 anni di prigionia e 1 anno di interdizione dalla patria potestà, riconoscendogli però i benefici di legge. L'uomo dovrà anche risarcire i danni, che saranno liquidati in sede civile. Nel frattempo dovrà versare una provvisionale di 2.500 euro, alla ex moglie; e una di 1.000 euro all'Authority Pari Opportunità: costituitasi parte civile nel procedimento. In precedenza il Commissario della Legge aveva condannato il sammarinese Ricardo Moretti. Lo scorso anno, utilizzando uno pseudonimo, era intervenuto in una conversazione sulla pagina Facebook di Marco Severini, e aveva rivolto pesanti offese all'ingegnere Marino Grandoni. Il legale della parte lesa ha chiesto una pena severa; ricordando che Moretti non si è mai scusato. L'avvocato della Difesa, dal canto suo, ha sottolineato la piena confessione dell'uomo, una volta interrogato dalla Gendarmeria. Il Giudice Battaglino ha deciso per una pena di 20 giorni di multa pari ad euro 400; rimandando, per la liquidazione del risarcimento, al processo in sede civile.

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