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Inchiesta Sopaf-Carisp: la magistratura indaga sul sovrapprezzo delle azioni e sui 15 milioni di euro per la consulenza

22 set 2014
Inchiesta Sopaf-Carisp: la magistratura indaga sul sovrapprezzo delle azioni e sui 15 milioni di euro per la consulenzaInchiesta Sopaf-Carisp: la magistratura indaga sul sovrapprezzo delle azioni e sui 15 milioni di euro per la consulenza
Inchiesta Sopaf-Carisp: la magistratura indaga sul sovrapprezzo delle azioni e sui 15 milioni di euro per la consulenza - La traccia, come sempre, è quella dei soldi, e ancora una volta si parla di cifre considerevoli, di...
La traccia, come sempre, è quella dei soldi, e ancora una volta si parla di cifre considerevoli, di quelle da far girare la testa. La magistratura intende vederci chiaro in tutta l'operazione Delta-Sopaf, che per molti ha sempre avuto contorni di difficile interpretazione. In primo luogo i costi: 55 milioni di euro pagati dalla Cassa di Risparmio per le quote societarie di Sopaf, pari al 15,95% del gruppo Delta. Per il perito nominato dal tribunale più del doppio del valore effettivo. Quelle azioni – secondo l'esperto – potevano valere tra i 15 e i 22 milioni di euro, ma la Cassa, con un accordo firmato il 21 luglio 2009, ne ha riconosciuti ben 55 alla famiglia Magnoni. Un sovrapprezzo sul quale si concentra l'attenzione del Commissario della Legge, Laura Di Bona, che ha firmato i 10 avvisi di garanzia per “amministrazione infedele”, vale a dire un comportamento lesivo del patrimonio societario per favorire se stessi o altre persone. C'è di più: quell'accordo, oltre a quantificare l'importo del passaggio azionario, stabiliva anche "la rinuncia da parte di Sopaf, al diritto di recesso da Delta SpA, nonché a tutte le instaurate o instaurande azioni legali nei confronti di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino SpA e di Delta SpA". Un passaggio sul quale il magistrato intende fare luce. Per questo avvisi di garanzia sono stati inviati agli amministratori che alla data dell'accordo avevano responsabilità diretta in Cassa di Risparmio. Ma non basta. Da chiarire c'è anche la destinazione di quegli ulteriori 15 milioni di euro, pagati sempre dalla Cassa a Sopaf, a fronte di una non ben identificata consulenza. Un incarico di advisory, lo definisce la nota ufficiale dell'epoca della stessa Sopaf , “in forza del quale Sopaf SpA metterà a disposizione le proprie competenze svolgendo funzioni consulenziali e di arranger in relazione a specifiche operazioni di ottimizzazione della gestione del portafoglio di Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino”.
Che percorsi hanno seguito quei 15 milioni? Sono rimasti nelle casse della società dei fratelli Magnoni o sono stati dirottati verso altri lidi? Domande alle quali la magistratura sammarinese intende dare risposte. Per questo ha attivato rogatorie internazionali e sta indagando su conti correnti anche in Lussemburgo. Poi c'è la questione del coinvolgimento della politica. Il Commissario Di Bona sta valutando le possibili responsabilità penali per eventuali azioni di corruzione. Agli atti, secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbero anche le affermazioni fatte durante una conversazione avvenuta a Palazzo Begni con l'allora amministratore delegato, Mario Fantini, che aveva registrato il colloquio e depositata la registrazione al Tribunale di Forlì, titolare dell'inchiesta. Nulla al momento trapela, anche se ci si aspettano sviluppi importanti nei prossimi giorni.

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