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Operazione Titano: gli Schiavone seguivano personalmente gli affari della Fincapital

10 apr 2013
Operazione Titano: gli Schiavone seguivano personalmente gli affari della FincapitalOperazione Vulcano, nuovi scenari
Operazione Vulcano, nuovi scenari - Gli Schiavone seguivano personalmente gli affari della Fincapital.
Secondo la Dda napoletana, gli affari di Fincapital erano seguiti personalmente da Carmine Schiavone, figlio di Francesco detto “Sandokan”; sempre Carmine vigilava sulla vendita degli appartamenti costruiti da Roberto Zavoli coi soldi della finanziaria, che secondo l'accusa ripuliva i soldi sporchi del clan dei casalesi e degli acerrani. Sono 42 gli indagati dell'ultima operazione, 24 già arrestati: tornano anche i nomi dell'avvocato Livio Bacciocchi, del direttore di Fincapital Oriano Zonzini e di Roberto Zavoli, trait d'union con Francesco Vallefuoco, di nuovo in manette, il mediatore degli affari dei casalesi. Scattati i sequestri preventivi, come una Ferrari Scaglietti targata San Marino riconducibile alla Fincapital come le 5 villette a ridosso del confine sammarinese. Finanziaria ora totalmente nelle mani del pool bancario messo in piedi da Banca centrale per evitare la cessione in blocco di tutte le attività e passività. Lo stesso elegante immobile di Dogana non ha più targhe identificative, la società è in liquidazione coatta amministrativa. Le banche erano le sue maggiori creditrici. La più coinvolta, nell'operazione recupero debiti, è Banca di San Marino, che dal gruppo Bacciocchi deve riavere qualcosa come 50 milioni di euro, e finora ne ha visti meno della metà. “Ma siamo tranquilli, perché molto solidi – assicura il direttore Tagliaferro – così come le persone che devono acquistare gli immobili, perché sanno che li comprano da noi”. Banca di San Marino fece anche un esposto contro Francesco Agostinelli, coinvolto nell'operazione Titano e che in Repubblica voleva acquistare Banca commerciale ma non solo, pensava di dover ricevere da Banca di San Marino almeno 15 milioni. “All'Italia abbiamo dato tutte le informazioni di cui disponevamo su Agostinelli – dice Tagliaferro – mentre il nostro esposto a San Marino finora non ha avuto esito”. Però Bacciocchi aveva proposto Agostinelli: quando iniziarono le difficoltà a completare i cantieri, disse che tutto sarebbe passato attraverso una società immobiliare italiana facente capo ad Agostinelli, che a garanzia avrebbe dovuto versare un paio di milioni in una certa data, nel contratto risultava perfino l'orario, ma non arrivò mai nulla, e dopo mesi fu Banca di San Marino a rilevare i cantieri incompleti creando una sua società immobiliare, con Bacciocchi che per pagare il suo debito ha ceduto alla banca tutte le sue proprietà immobiliari.

Francesca Biliotti

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