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Processo Mazzocchi: il testimone ritratta la ritrattazione

30 mar 2015
Processo Mazzocchi: il testimone ritratta la ritrattazioneProcesso Mazzocchi: il testimone ritratta la ritrattazione
Processo Mazzocchi: il testimone ritratta la ritrattazione - L'imputato lamenta il carcere duro e parla di tortura: "Mi han trattato come un terrorista", mentre...
Altro colpo di scena al processo in cui il gendarme-guardia carceraria Mirco Mazzocchi è imputato per favoreggiamento di Claudio Podeschi e Biljana Baruca. Il testimone Claudio Raschi ha nuovamente ritrattato la sua versione dei fatti.

Il verdetto di primo grado del primo processo indirettamente legato al Conto Mazzini arriverà nella prossima udienza, ancora da fissare, dopo le festività pasquali: questione di giorni o settimane. Oggi il giudice Felici ha concluso l'interrogatorio dei testimoni e l'imputato Mirco Mazzocchi ha reso una deposizione volontaria.
Claudio Raschi, detenuto insieme a Podeschi e Baruca all'epoca dei fatti, ha ritrattato nuovamente la sua versione. Ora ammette di aver visto l'imputato Mazzocchi passare, il 1° agosto, un oggetto scuro attraverso le sbarre della cella. Per l'accusa quell'oggetto era una radio ricetrasmittente utilizzata da Podeschi per comunicare con Biljana Baruca e con l'esterno del carcere. Per la difesa del gendarme quell'oggetto scuro non era un 'walkie talkie' ma un caricatore del rasoio elettrico. Raschi ha dunque ritrattato la ritrattazione del 3 marzo in aula quando affermo' di non aver visto nulla. Ha inoltre precisato che Podeschi a fine giugno in una occasione era riuscito a “dar voce” ,a distanza, alla Baruca chiedendole “Come stai?” in presenza di gendarmi addetti alla sorveglianza che non hanno fatto nulla.
Sentito anche l'agente di Polizia Civile Peter Marino Guerra che fuori servizio, incidentalmente, venne a sapere che Podeschi, pur essendo detenuto, parlava via radio con un interlocutore. Fu proprio il poliziotto a dare l'impulso decisivo per aprire un'indagine.
Hanno deposto in aula anche il milite Gianni Guidi e il gendarme guardia carceraria Gian Carlo Serra, in relazione alla sorveglianza di Podeschi nei giorni 27 e 28 luglio e 1 agosto.
L'udienza si è chiusa con la deposizione volontaria dell'imputato Mirco Mazzocchi che ha ammesso esserci stata qualche leggerezza ma ha negato categoricamente di aver passato ricetrasmittenti a Podeschi e Baruca. Ha invece ribadito di aver consegnato all'ex segretario di stato un carica-batterie anche se di regola non si potrebbe perchè l'oggetto è dotato di un cavo che potrebbe essere utilizzato per gesti di autolesionismo.
Il gendarme Mazzocchi ha chiesto indulgenza al giudice e ha lamentato un durissimo regime carcerario durante i 64 giorni di custodia cautelare: 22 ore di isolamento e, non sempre, due ore di aria, al giorno. Ha parlato esplicitamente di “tortura” e di essersi sentito trattato come un terrorista. Ha parlato esplicitamente di “tortura” e di essersi sentito trattato come un terrorista. Ha negato di aver ottenuto un qualunque favore da Podeschi: gli scrisse anni addietro una lettera per chiedere un trasferimento, ma non ottenne alcuna risposta. Mazzocchi ha anche negato che Podeschi sia intervenuto per regolarizzare la costruzione di un immobile di sua proprietà in cui vive stabilmente, nonostante la destinazione originaria fosse industriale.

luca salvatori

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