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Rimini: ragazzina ricattata on line da 35enne. La liceale aveva pensato al suicidio

8 gen 2017
Ricatto onlineRimini: ragazzina ricattata on line da 35enne. La liceale aveva pensato al suicidio
Rimini: ragazzina ricattata on line da 35enne. La liceale aveva pensato al suicidio - Arrestato anche un albanese per rapina impropria e lesioni personali aggravate.
L'ennesima brutta storia di questo tipo. Vittima di un uso criminale e perverso dei social, questa volta, una ragazzina iscritta ad un liceo del Riminese. Un 35enne incensurato, impiegato in un'azienda informatica lombarda, grazie ad una serie di falsi profili Facebook, aveva attirato la giovane nella sua rete. Prima aveva carpito la sua fiducia, fingendosi un coetaneo premuroso e raccogliendo le sue confidenze. Poi aveva cominciato a ricattarla, chiedendole sue foto nuda, con la minaccia di raccontare ai genitori le sue prime esperienze sessuali. La ragazzina ha addirittura pensato al suicidio, ma alla fine – fortunatamente – ha raccontato tutto alla madre. Da qui la segnalazione alla Polizia di Rimini. Gli agenti della postale sono riusciti in breve a risalire al molestatore. Nel suo pc sono state trovate diverse foto di minorenni. Gli è stato sequestrato il computer per impedirgli di adescare altre vittime ed è stato denunciato per detenzione di materiale pedopornografico, ma non si esclude che possano per lui essere ipotizzati altri capi di imputazione. Sempre a Rimini, ieri, i Carabinieri della stazione di Viserba hanno arrestato Luan Duma: albanese di 47 anni. L'uomo è ritenuto responsabile di un grave episodio avvenuto l'8 dicembre scorso. In quell'occasione un militare, fuori servizio, si era accorto – mentre si trovava in un bar – che un individuo stava rubando la sua autovettura. Uscito in tutta fretta, si era posizionato al centro della strada per impedire il furto, ma il ladro aveva accelerato, investendo il carabiniere e dandosi alla fuga. Nell'impatto il militare aveva riportato lesioni guaribili in 30 giorni. L'albanese è stato poi rintracciato grazie ai filmati di videosorveglianza del bar, e alla descrizioni fornite da alcuni testimoni.

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