Logo San Marino RTV

Stupri Rimini: ordinanze riportano atti atroci e abusi disumani 

6 set 2017
Stupri Rimini: custodia in carcere per i 4 indagati
Stupri Rimini: custodia in carcere per i 4 indagati - L'incubo della polacca è cominciato con uno stentato "where are you from?" pronunciato da un ragazzo...
E' una escalation di violenza e sadismo quella consumata dal 'branco' degli stupri di Rimini mentre si mettono a fuoco i racconti scioccanti delle vittime.  
L'incubo della polacca è cominciato con uno stentato "where are you from?" pronunciato da un ragazzo che "si è materializzato in maniera fulminea". Poi, una violenza "interminabile, durata più di venti minuti", durante la quale "mi dicevano in inglese 'I kill you' e sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente".
Tutti in carcere i 4 indagati. L'ultima decisione è arrivata nella serata di ieri da Rimini ed è quella sul maggiorenne Guerlin Butungu, considerato il "capo". Nell'interrogatorio ha cercato di scaricare le colpe sui più giovani. Secondo il Gip Vinicio Cantarini non solo il congolese "partecipò alla violenza sessuale di gruppo e agli altri atti predatori, ma fu proprio lui a scatenare il branco, a dirigere la brutale aggressione, ad 'impadronirsi' per primo del corpo delle giovani donne per dar sfogo ai propri bestiali istinti sessuali". 

Anche dal provvedimento del giudice minorile Anna Filocamo si ricava tutta la brutalità di quella notte. Nella durissima ordinanza si parla di fatti "espressione di elevatissimo spessore criminale e di particolare ferocia", ed è per questo che viene disposta la misura cautelare più restrittiva per i due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e per il nigeriano di 16, dopo l'udienza sulla convalida dei fermi e l'esame di atti giudiziari da cui sono emersi dettagli "raccapriccianti" sulle due violenze sessuali di cui è accusato quello che i magistrati definiscono "gruppo selvaggio". 
Nell'atto si sottolinea "la spregiudicatezza con cui sono state poste in essere le azioni delittuose", "l'inutile cattiveria" con cui i tre hanno inflitto "inutili sofferenze alle vittime" e il fatto che le loro azioni hanno suscitato "un allarme sociale di proporzioni rare". Nel raccontare che era il congolese a comandarli, i complici minorenni hanno mostrato "personalità gravemente inconsistenti ed incapaci di rendersi conto dell'estrema gravità delle condotte realizzate". Quella raccontata dal giovane polacco amico della ragazza stuprata è una "scena agghiacciante", riferisce il gip.
"Tre o quattro a turno si intercambiavano tra loro nell'abusare di lei e nell' immobilizzare me", ha dichiarato il giovane. Ancora: "Mentre era immobilizzato a terra tenuto da due persone con il viso sulla sabbia il giovane veniva perquisito alla ricerca di telefono e portafogli, e colpito ripetutamente con calci in tutte le parti del corpo e pure al capo con una bottiglia di vetro".
"Stremata", "senza poter in nessun modo reagire neppure urlando", "senza forze ed impaurita, ma cosciente", la ragazza è stata quindi trascinata in acqua e poi di nuovo sulla spiaggia, immobilizzata ed ancora violentata.

Terribile quanto subito dalla trans peruviana, abusata a turno dai quattro che si sono alternati nello stupro e nel tenerla immobilizzata. Nel luogo dell'aggressione subita dalla prostituta gli investigatori hanno trovato la macchina fotografica e l'orologio rapinati poco prima all'amico della polacca. "Segno evidentissimo - scrive il gip - che gli autori dei crimini ai danni della giovane coppia polacca sono le stesse persone" che si sono rese responsabili del secondo episodio di violenza sessuale. Persone giovanissime, da cui non è emerso alcun segno di pentimento".

VA

Riproduzione riservata ©