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Vulcano: sequestro beni per 8 milioni

5 apr 2013
Vulcano: sequestro beni per 8 milioniVulcano: sequestri per 8 milioni di euro
Vulcano: sequestri per 8 milioni di euro - Sequestrati beni mobili e immobili, tra cui un ristorante e un'agenzia investigativa. Collegamenti a...
Erano ingenti, secondo gli investigatori, i patrimoni accumulati dal sodalizio, localizzati tra Rimini, Napoli e Caserta. I carabinieri del Ros hanno eseguito il decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Bologna, su proposta della Procura Distrettuale Antimafia. E' l'ultimo risvolto dell'indagine esplosa nel febbraio 2011, che fece emergere una serie di attività usurarie ed estorsive a danno di imprenditori e commercianti dell'Emilia Romagna e di San Marino, e che rese noto il nome di Francesco Vallefuoco, ritenuto capo clan nel nord, il collegamento diretto con Raffaele Stolder, e che aveva utilizzato anche la finanziaria sammarinese Fincapital. Tra i beni sequestrati anche una struttura ricettiva e di ristorazione, il “Nuovo Tarabacco” di Villa Verucchio di Rimini, anche se il proprietario, fratello di Francesco Vallefuoco, puntualizza che ad essere state sequestrate sono solo quote del locale: secondo gli inquirenti era stata acquistata con proventi illeciti e poi venduta in modo da eludere le misure di prevenzione antimafia; e ancora nel mirino l'agenzia investigativa “Hitchcock” di Rimini, col titolare indagato per aver fornito informazioni per il recupero crediti ai vertici del clan. A quanto pare esisterebbe una ramificazione a San Marino, pure se formalmente distinta dalla prima, ma intestata alla moglie. Tra gli immobili finiti nel mirino, anche due società di recupero crediti, come la Ises, ed una villetta, mai finita di costruire, con un terreno a due passi dal confine di San Marino, a Montegrimano, riconducibili alla figlia e al genero del sammarinese Roberto Zavoli, quest'ultimo già finito in carcere per questa indagine. Altri immobili sono ubicati a Brusciano, nel napoletano, a Lupara, Campobasso, e a Casal di Principe, provincia di Caserta. Completano il quadro dei beni una sessantina di rapporti bancari e contratti assicurativi. Gli indagati ricorrevano a prestanomi e a soggetti a loro legati da vincoli di parentela.

Francesca Biliotti

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