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Bozza di riforma previdenziale: prime reazioni di Csu, Unas e Ucs

20 mar 2019
Il tavolo di lavoroBozza di riforma previdenziale: prime reazioni di Csu, Unas e Ucs
Bozza di riforma previdenziale: prime reazioni di Csu, Unas e Ucs - Le reazioni di CSU, Unione Artigiani e UCS
“Senza una operazione-verità sui Fondi pensione, il percorso della riforma previdenziale è impercorribile”. Giuliano Tamagnini e Gianluca Montanari categorici nella richiesta di chiarezza e trasparenza al Governo. I Segretari della CSU ritengono inaccettabile che si chiedano sacrifici importanti ai cittadini “in mancanza di informazioni dettagliate sul reale stato dell’economia sammarinese, senza conoscere le prospettive ed i progetti che interesseranno il Paese nei prossimi anni”. Al centro, 507 milioni di risparmi pensionistici – 427 e 80 milioni rispettivamente nel primo e secondo pilastro – fondi depositati nelle banche su cui il sindacato pretende vengano formalizzate le massime garanzie circa integrità e liquidabilità. “Se dal fronte politico-istituzionale non emergerà alcuna assunzione di responsabilità, il percorso della riforma previdenziale – avvertono - si profilerà impraticabile”. Sotto accusa “la rincorsa a far quadrare i conti” con misure, “dal brusco innalzamento dell’età pensionabile, al taglio drastico dell’assegno previdenziale attraverso il contributo di solidarietà”, fino alla revisione delle aliquote, che – rimarcano - rischiano di avere un impatto socialmente insostenibile sia per chi è già in pensione sia per chi lo sarà.

Azioni penalizzanti per imprenditori ed economia, le definisce l'Unione Artigiani che di certo non si aspettava un dietrofront sulle tre direttrici indicate ma nemmeno che rispetto a determinate pressioni contributive non vi fosse corrispondenza di servizio. Tra gli aspetti negativi per le imprese riscontrati da Unas in particolare la mancanza di reali incentivi a restare nel mercato del lavoro. “Una economia – insistono - non crea sviluppo con il turn over ma con la creazione di nuove basi economiche”.

“Riforma necessaria ma non così” - concorda l'Unione Consumatori. “Con la variazione dell’aliquota dal 20% al 7% di abbattimento forfettario inserito in Finanziaria – ricorda Ucs – i pensionati hanno già subito una perdita del potere d’acquisto; ora, in base alla bozza, “contributo di solidarietà e abbassamenti percentuali, faranno calare un ulteriore macigno sulla dignità di chi ha lavorato per gran parte della sua vita e – concludono - si troverà a dover ricalibrare al ribasso il proprio tenore di vita per errori non propri”.

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