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Csu: banche, fondi pensione e progetto di legge per lo sviluppo al centro del dibattito

27 giu 2017
Giuliano TamagniniCsu: banche, fondi pensione e progetto di legge per lo sviluppo al centro del dibattito
Csu: banche, fondi pensione e progetto di legge per lo sviluppo al centro del dibattito - Crisi del sistema bancario e confronto sul progetto di legge sviluppo. Sui fondi pensione, se si apr...
Crisi del sistema bancario e confronto sul progetto di legge sviluppo. Sui fondi pensione, se si aprirà un negoziato, qualunque scelta verrà compiuta sarà sottoposta a referendum sindacale tra i lavoratori e i pensionati. Questa è l'agenda in discussione nel ciclo, aperto ieri, di sei assemblee zonali intercategoriali organizzato dalla CSU che chiede massime garanzie per tutelare i fondi pensione, ed in particolare i 31 milioni di euro investi in Asset Banca. 
La delibera del Governo che dovrebbe garantire, attraverso l'"accollo cumulativo", la liquidità di questa somma, per il sindacato "non ha alcun valore reale, in quanto non è previsto nessun capitolo di spesa a bilancio". La CSU ribadisce la richieste di una fidejussione bancaria da parte di Cassa di Risparmio.
E sui 500 milioni di euro di NPL che si stima non potranno essere recuperati la CSU chiede di verificare le eventuali “responsabilità anche penali" e chi siano i grandi debitori.
Sempre in relazione al rifinanziamento degli NPL non recuperabili, dopo che il Governo ha espresso l'orientamento di utilizzare le risorse interne, il sindacato auspica che i fondi pensione investiti vengano scorporati dalla liquidità del sistema bancario, per essere inseriti nella raccolta indiretta, affinché siano tutelati anche in caso di default.
Sul progetto di legge sullo sviluppo la Centrale sindacale rileva varie criticità: la modifica, "non condivisibile, degli sgravi fiscali, che verrebbero riconosciuti in modo indistinto a tutti; la completa liberalizzazione dell'assunzione dei lavoratori frontalieri, quando per la CSU è invece necessario mantenere un "filtro" per tutelare  il diritto al lavoro dei sammarinesi e residenti; la introduzione di una nuova "tassa etnica" del 6% a carico delle aziende sull'assunzione dei lavoratori non residenti; il rinvio a tempi imprecisati della stabilizzazione degli stessi frontalieri". 
 
VA

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