Logo San Marino RTV

Israele: la corrispondenza di Massimo Caviglia

5 nov 2018
Massimo CavigliaIsraele: la corrispondenza di Massimo Caviglia
Israele: la corrispondenza di Massimo Caviglia - Nonostante l'ennesimo tentativo di accoltellamento oggi in Cisgiordania, l'attenzione degli israelia...
Nonostante l'ennesimo tentativo di accoltellamento oggi in Cisgiordania, l'attenzione degli israeliani è tutta rivolta alle sanzioni americane contro l'Iran, dopo l'uscita dall'accordo sul nucleare.

Non solo perché, al voto anticipato, la grande affluenza di giovani e donne fa prevedere un calo dei repubblicani e un blocco delle decisioni di Trump, ma anche perché l’Unione Europea ha invitato la Russia e la Cina ad aderire a un metodo di transazioni alternativo messo a punto da Bruxelles per eludere le sanzioni americane.

Anche se il premier israeliano Netanyahu esulta, il tentativo di frenare i piani bellici iraniani e mettere in crisi il regime, bloccando il flusso di valuta estera derivante dai proventi petroliferi, probabilmente non avrà alcun effetto.

Ne è quasi la prova il discorso durante il quale il Presidente Rouhani ha dichiarato in Tv che l’Iran è in guerra e vincerà sicuramente, perché può vendere il suo petrolio e lo farà.

Ma nel rapporto pubblicato la settimana scorsa dall'Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale, l’ex vice-direttore dell'Agenzia per l'Energia Atomica ha sostenuto che l’Iran stia ancora conducendo nel sito di Parchin vari test ad alto potenziale esplosivo legati ad armi atomiche, e chiede agli ispettori dell'AIEA di rivedere l’accordo sul nucleare iraniano, basato quindi su una menzogna.

Intanto oggi i Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione, hanno iniziato le esercitazioni belliche con missili, mentre la Russia ha imposto a Gerusalemme di avvertire prima di condurre raid aerei, per limitare i bombardamenti alle basi dalle quali i missili iraniani vengono trasferiti dalla Siria in Libano.

E, proprio al confine israelo-libanese, Hezbollah ha costruito il sesto avamposto di osservazione col pretesto delle attività di un'organizzazione ambientalista non governativa, con uomini che si muovono armati e in borghese in un'infrastruttura militare a tutti gli effetti.

Una prova, insieme alla richiesta della Giordania di ridiscutere gli accordi di Oslo su due territori al confine, che dimostra come l'instabilità o meno degli Stati Uniti riguardi sempre le scelte in Medio Oriente.

Massimo Caviglia

Riproduzione riservata ©