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Nuova Zelanda: nel "manifesto" di rivendicazione i "riferimenti" del killer di Christchurch

16 mar 2019
Il manifesto di Brenton TarrantNuova Zelanda: nel "manifesto" di rivendicazione i "riferimenti" del killer di Christchurch
Nuova Zelanda: nel "manifesto" di rivendicazione i "riferimenti" del killer di Christchurch - Davanti ai giudici, oggi, Brenton Tarrant. Il terrorista australiano sogghigna davanti ai reporter
“Sono un semplice uomo bianco di 28 anni; ho portato a termine l'attacco per dimostrare agli invasori che non conquisteranno mai le nostre terre”. Lo si legge nelle pagine iniziali del manifesto di Brenton Tarrant, che sarebbe stato inviato alla premier neozelandese, e ad altri politici, pochi minuti prima della strage. 73 pagine, nelle quali, centrale, è la teoria del complotto della sostituzione etnica; e dove vengono indicati – tra le altre cose – i riferimenti dell'attentatore: politicamente il nome che viene fatto è quello di Oswald Mosley, fondatore – nel '32 - dell'Unione Britannica dei Fascisti. Il Paese che viene considerato più affine alla propria “visione”, da Tarrant, è la Cina. Mentre le idee dell'attivista conservatrice afro-americana Candace Owens lo avrebbero portato alla radicalizzazione. Il tutto è organizzato come una conferenza stampa, con una lunga serie di domande e risposte. Elemento decisivo, infine, dell'agghiacciante “strategia comunicativa” dell'australiano, la decisione di riprendere live, con una camera sul casco, gli attacchi alle moschee, durante la preghiera del venerdì. 16 minuti di orrore “in soggettiva”; qualcosa di tragicamente simile ai videogame sparatutto. Come è noto il bilancio delle ossessioni, e della lucida crudeltà, di Tarrant, sono 49 persone uccise e 48 ferite. Tra le vittime giordani, egiziani e pakistani. Oggi il killer di Christchurch si è presentato davanti ai giudici, a piedi scalzi, e con i capelli rasati. Il terrorista – riportano i media – avrebbe sorriso davanti ai cronisti: una sfida che ha suscitato l'indignazione dei neozelandesi. La stampa locale si è anche soffermata sui gesti fatti con le mani dal suprematista bianco: considerati – da alcuni – dei messaggi in codice. Il 28enne è stato rinviato in custodia cautelare al 5 aprile. Uno dei presunti complici è stato invece rimesso in libertà. Restano in carcere – infine – gli altri due sospetti: possibili fiancheggiatori di Tarrant nel suo piano di morte.

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