La posizione più dura è forse quella di Sinistra Unita: “ho letto le contestazioni – dice Ivan Foschi – e si tratta di accuse molto gravi sia dal punto di vista personale che politico; reati che se fossero confermati rappresenterebbero un condizionamento dell'andamento democratico del nostro paese. Faccio parte di una forza politica che negli anni '90 si è battuta contro il cosiddetto asse Stolfi-Podeschi; quello che si può ipotizzare è che a livello politico quest'asse si sia mosso anche al di fuori della legalità”. Netti anche i Movimenti. “Da diverso tempo – afferma Elena Tonnini di Rete– avevamo fatto appello, in Consiglio, alla necessità, per i Partiti, di prendere ufficialmente le distanze da coloro che risultano indagati, perchè un vero cambiamento passa anche da questo. E invece Stolfi risulta ancora nella Direzione del PSD. E' evidente che, allora, questo cambiamento deve venire dal Tribunale, che sta facendo un ottimo lavoro, ma siamo solo all'inizio”. “Non è nostro compito entrare nel merito di questa vicenda – gli fa eco Andrea Zafferani, di Civico 10 – ma esprimiamo il massimo supporto al lavoro della Magistratura e della Polizia Giudiziaria, nella speranza che proseguano in questa azione di chiarezza e che si faccia luce su pagine poco edificanti della nostra storia”. In casa Socialista regna invece la cautela: “non abbiamo in mano carte, non si sa ancora nulla – afferma Augusto Casali –, più che prendere atto della cosa non credo si possa fare”. Infine l'UPR che tramite Lorenzo Lonfernini esprime fiducia e massimo rispetto nel lavoro della Magistratura; altri commenti – puntualizza – sarebbero prematuri”.
GM
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