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Carisp: su modifiche statuto si attende nulla osta da Bcsm

11 apr 2017
Il SdS Simone CelliCarisp: su modifiche statuto si attende nulla osta da Bcsm
Carisp: su modifiche statuto si attende nulla osta da Bcsm - Le modifiche allo statuto approvate dall'Assemblea non sono ancora operative. Prima, infatti, serve...
Il nuovo Cda di Cassa è composto da 7 membri in carica per tre anni. In futuro potrebbero ridursi a 5 per una maggiore semplificazione. Le modifiche allo statuto approvate dall'Assemblea non sono ancora operative. Prima, infatti, serve il vaglio di Banca Centrale. Solo dopo il suo nulla osta l'assemblea potrà agire con i nuovi criteri che mettono al riparo da conflitti di interesse, incompatibilità e garantiscono onorabilità. Ad osteggiare certe cariche non sarà infatti più la condanna, basterà l'apertura di un procedimento su particolari reati finanziari.

Nel frattempo la contrarietà sulle nomine sbarca sui social. Marino Albani, presidente Sums, rileva che con il suo piccolo 7,21% di Carisp ha costretto il Governo ad oltre 5 ore di assemblea, verbalizzando una serie di eccezioni, note a verbale e voti contrari, portando argomenti – scrive - forti ed ineccepibili, il più importante dei quali è che la sostituzione del CdA in carica è contrario ai principi di sana e prudente amministrazione della banca, in quanto solleva gli amministratori prima della presentazione del bilancio e del contraddittorio con BCSM sull'AQR. “Li solleva ma non li esenta – precisa Giuseppe Morganti - dato che la gestione dell'attività del 2016 è già conclusa e verrà valutata con oggettività dal nuovo cda composto – ricorda il capogruppo di Ssd - da professionisti abituati a salire su un treno in corsa. “Non vogliamo aprire processi – chiarisce Morganti - ma dare nuova impostazione al futuro”.

Sulle nomine interviene anche Movimento Democratico che definisce il metodo della maggioranza “più vecchio del vecchio”. “Neanche Gabriele Gatti – dice Pedini Amati - avrebbe negato un ruolo alle forze di opposizione in un cda di cosi vitale importanza per lo Stato”. Critica anche la scelta di sei italiani su sette e definisce non esemplari i curricula dei due provenienti da Monte dei Paschi di Siena. Nei botta e risposta a distanza si inserisce anche Repubblica Futura che punzecchia Rete per la sua – scrive - “costante e sostanziale uniformità alle posizioni della Democrazia Cristiana: dalla svendita di Cassa all’affidamento degli NPL a società estere, dai ripetuti attacchi a Banca Centrale al costante silenzio sulla non opportunità che a coprire incarichi dirigenziali in CARISP siano soggetti rinviati a giudizio. Poi, l'affondo: “nella coalizione cui appartiene RETE, le persone che hanno tentato di lanciare una nuova forza politica sotto la guida di Matteo Mularoni, referente ventennale delle banche sammarinesi a cominciare da CARISP, hanno ancora un ruolo significativo nella posizione di grandi suggeritori. Repubblica Futura vuole rinnovare e rilanciare il Paese anche attraverso lo smantellamento di centri del potere che tutelavano interessi privati. L’insediamento di una nuova dirigenza in Carisp – conclude - è parte importante di questo progetto.



Monica Fabbri

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