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Consiglio: approvata la legge sulla protezione degli investimenti

20 lug 2016
Consiglio: approvata la legge sulla protezione degli investimenti
Consiglio: approvata la legge sulla protezione degli investimenti - Passano la procedura d'urgenza e in seguito la legge con 36 voti a favore, ma le tensioni sono tutte...
Passa la legge sulla protezione degli investimenti anche se – di fatto - non è più quella a cui era stata conferita la procedura d'urgenza. Un emendamento sottoscritto da Pdcs, Psd e Ap ne modifica infatti l'impianto originario togliendone il carattere generale e facendone intervento specifico per il Polo del lusso. In pratica si consolidano le condizioni stipulate da Borletti. La maggioranza supera l'ostacolo ma le tensioni sono tutte lì, nonostante i numeri. Bene Comune mostra le sue crepe. Noi sammarinesi non hanno sottoscritto l'emendamento, a Maria Luisa Berti non piace “l'atteggiamento servile nei confronti di chi chiede continuamente integrazioni e modifiche” e si appella alla dignità istituzionale. Durissimi Rete, C10 e Augusto Casali. “Quella che ci ritroviamo in Aula – sostiene Elena Tonnini - è la legge di un investitore che ha piegato le istituzioni, così si crea un precedente”. Ed è proprio sul metodo che si concentra la battaglia. Si contestano la convenzione ad hoc e la discrezionalità della politica. “Chiediamo norme differenziate per tipologie di investitore ma non tarate sul singolo investimento – dice Andrea Zafferani. Gerardo Giovagnoli chiarisce che la modifica è nata per rispondere alle obiezioni non solo della maggioranza ma soprattutto dell'opposizione. “L'altro ieri – svela – ci siamo riuniti per ore”. “San Marino riesce a parlare una lingua sola rispetto agli investimenti esteri?” Chiede Luca Beccari. Sicuramente parlano la stessa lingua Su e Ps, convinti che il progetto vada sostenuto. Per Francesca Michelotti c'è un obbligo di riparazione nei confronti di Borletti che oggi chiede sicurezze. “Non è vero – dice – che non si fida di questo governo ma di quello che verrà”. “Nei paesi in cui c'è assoluta certezza, le leggi a tutela dell'investimento non ci sono”, spiega la Mularoni che conferma: i dubbi sono emersi dopo il referendum. Poi l'amara considerazione: “da fuori non siamo ancora percepiti come paese normale e appetibile”. Alessandro Mancini esorta a votare con voto palese “così vedremo chi è d'accordo e ci mette la faccia e chi è contrario per altri impegni e logiche”. Lo chiede anche Denise Bronzetti. Alla fine, però, si procede con voto segreto. Esito finale: 36 sì; 13 no e 3 astenuti. Passa l'emendamento modificativo della maggioranza; tutti bocciati, invece, gli emendamenti di Rete e degli indipendenti Pedini Amati e Lazzari. Il Consiglio va avanti con l'ordine del giorno: dopo progetti in prima lettura si votano le Istanze d'Arengo. Passa quella che chiede per chi opera nell'artigianato artistico di derogare ai divieti per l'utilizzo dello stemma ufficiale della Repubblica. Respinto, invece, il riconoscimento delle fatture commerciali quale certificazione dei ricavi.

MF

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