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La protesta della Consulta: inascoltati i presidenti abbandonano i lavori

3 ott 2015
La protesta della Consulta, i presidenti abbandonano i lavoriConsulta: i Presidenti abbandonano, poi riprendono i lavori
Consulta: i Presidenti abbandonano, poi riprendono i lavori - E' una protesta ferma, che parte dalla Comunità di Roma e si allarga. E' il segnale, forte, che qua...
E' una protesta ferma, che parte dalla Comunità di Roma e si allarga. E' il segnale, forte, che qualcosa dovrà cambiare. Tornano alla luce annose questioni, il senso di emarginazione e l'impressione di essere cittadini di serie B, nonostante la legge del 2012. Rimarca Giorgio Galassi, Presidente della comunità della capitale: “esiste una legge ben definita e con articoli chiari che però vengono calpestati. Non solo non veniamo interpellati, ma spesso non veniamo nemmeno avvisati quando le cose vengono fatte sulla nostra pelle e a nostra insaputa.”Già nel suo discorso d'apertura il presidente della Consulta Otello Pedini aveva acceso i riflettori sulle cose non fatte dall'ultima sessione. “Gradiremmo – dice – un po' di attenzione e rispetto. Ci sono due odg del Consiglio che parlano di un tavolo tecnico della cittadinanza e un altro per i problemi del voto estero. C'è un disegno di legge di iniziativa popolare che secondo la legge doveva essere esaminato in seconda lettura nell'ottobre del 2014 e che ad oggi è ancora in attesa di prima lettura”. L'uscita dei delegati coglie impreparato il Presidente Onorario, il Segretario agli Esteri Valentini che, poco prima, aveva posto l'accento nel suo saluto sulla complessa sfida a cui è chiamato il paese, il percorso di associazione all'Unione Europea che lo porterà ad una presenza internazionale più forte. Sfida che suggerisce nuove domande e invita ad una maggiore coesione sociale. Sulla protesta della Consulta commenta: “determinate questioni esigono una risposta e un maggior coinvolgimento delle forze politiche e del Governo. Credo che tutti, compresa la Consulta – dice Valentini - debbano interrogarsi sul fatto che vanno pensate forme nuove. Forse – conclude - è giunto il momento di ragionare su cosa significa essere cittadini e il rapporto che lo Stato vuole avere con i cittadini che risiedono all'estero”. L'atto dimostrativo è stato temporaneo. I lavori della Consulta sono ripresi nel pomeriggio con l'incontro con il Segretario alle Finanze.

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