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DIM e PDCS contro il Governo: "Ha indebitato i cittadini regalando milioni ad una banca"

11 lug 2017
DIM e PDCS contro il Governo: "ha indebitato i cittadini regalando milioni ad una banca"DIM e PDCS contro il Governo: "ha indebitato i cittadini regalando milioni ad una banca"
DIM e PDCS contro il Governo: "ha indebitato i cittadini regalando milioni ad una banca" - <strong>Democrazia in Movimento </strong>non fa sconti e ironizza: “il <strong>Governo </strong>ha i...
Democrazia in Movimento non fa sconti e ironizza: “il Governo ha indebitato la Repubblica per 155 milioni mentre tutti erano al mare a godersi il sole”. Lo ha fatto - aggiunge - in maniera subdola, permettendo di convertire il credito di imposta in titoli di debito pubblico. Quello che era un artificio contabile per permettere alle banche di sistemare i propri bilanci non pagando le imposte dovute – scrivono Rete e Mdsi - ora diventa un vero e proprio debito sulle spalle dei cittadini e un credito vero e proprio che la banca vanta nei confronti dello Stato. Come se non bastasse - aggiunge Dim - ogni anno lo Stato dovrà pagare gli interessi. A beneficiarne – continua - sarà il Cis, la banca di Marino Gradoni e Daniele Guidi, che detiene un credito di imposta di 74 milioni. Cosa accadrà – domanda - se alle scadenze, le banche chiederanno allo Stato l’importo pari a quei titoli?
Torna all'attacco del Governo la Dc che già ieri aveva bocciato con forza i tre decreti. Entra nel merito, puntando il dito contro la conversione del credito d'imposta. Fino ad oggi – spiega – era servito per affrontare le crisi di tre istituti, per compensare le perdite di cui le banche si erano fatte carico assorbendo attivi e passivi. Questa riduzione di pagamento di imposta, però, può essere usufruita solo a fronte di bilanci che generano utili tassabili o altri introiti fiscali per lo Stato. Uno strumento - prosegue la Dc - che finora ha tutelato la tenuta del bilancio dello Stato e non ha generato altri costi. Così invece il Governo regala a Banca CIS almeno 80 milioni, anticipando una possibile minore entrata fiscale nel tempo, trasformandola subito in debito per la collettività. Ciò che si renderà certo, in realtà, non è tanto il valore di un credito, ma l’ammontare di un debito che lo Stato si assumerà emettendo titoli che dovranno, ad una certa data, essere liquidati. Erano possibili strade alternative – concludono da Via delle Scalette - invece il Governo ha scelto la strada predefinita da chi voleva raggiungere obiettivi privati, impegnando risorse pubbliche della collettività, senza alcun confronto e condivisione.

MF

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