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Corruzione in Italia, rapporto Onu positivo, ma percezione ancora negativa

9 ott 2015
Corruzione in Italia, rapporto Onu positivo, ma percezione ancora negativaCorruzione in Italia, rapporto Onu positivo, ma percezione ancora negativa
Corruzione in Italia, rapporto Onu positivo, ma percezione ancora negativa - Ministro Orlando e Cantone (Anac): "Migliorare l'utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organ...
Il rapporto Onu sulla corruzione si conclude favorevolmente per l'Italia: la convenzione è stata attuata ma la percezione è ancora molto negativa. I risultati del rapporto sono stati illustrati a Roma nel corso di un convegno a Banca d'Italia.

Passi avanti nella lotta alla corruzione, ma la percezione che si ha dell'Italia è ancora negativa e questo incide sulle scelte economiche e soprattutto sugli investimenti. Parola del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenuto alla presentazione del rapporto sull'Italia della convenzione Onu contro la corruzione. Dunque in Italia, per Visco, deve migliorare anche la capacità di comunicare i progressi avvenuti, sottolineando che via Nazionale è impegnata su diversi fronti, dalla prevenzione all'analisi economica e statistica, all'attività di spesa.
“La lotta alla corruzione – ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando – è un dovere ineludibile ma anche un interesse obiettivo da promuovere”, aggiungendo che tanto altro dovrà esser fatto affinché funzioni meglio, ad esempio, l'agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
L'utilizzo indebito di beni confiscati è un reato odioso, gli ha fatto eco Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale anticorruzione, perché da' l'idea di uno Stato che si comporta peggio di chi commette reati di tipo mafioso.
Anche per Cantone c'è un problema di visibilità internazionale dell'Italia, che nelle classifiche è spesso in posizioni di retroguardia: “Compiamo sforzi titanici – ha detto il numero uno dell'Anac – a fronte di riconoscimenti minimi: se questi arrivassero la strada, che è ancora lunga, forse sarebbe più semplice”.

Francesca Biliotti

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