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12 febbraio 1924: esce il primo numero de L'Unità

12 feb 2017
12 febbraio 1924: esce il primo numero de L'Unità
Il 12 febbraio 1924 esce il primo numero del quotidiano L'Unità, organo di stampa del Partito Comunista italiano, fondato da Antonio Gramsci.
I primi numeri de l'Unità - Quotidiano degli operai e dei contadini sono stampati a Milano, su una proposta di Antonio Gramsci fatta il 12 settembre 1923 al Comitato Esecutivo del Partito Comunista d'Italia.
Ma a quasi tre anni dall'apertura, con 261 numeri pubblicati, in seguito al fallito attentato contro Mussolini il regime fascista reprime ogni opposizione rimasta e il successivo 8 novembre 1926 la distribuzione del giornale viene sospesa, congiuntamente all'organo del Partito Socialista Italiano, l'Avanti!
Il 27 agosto 1927 esce il primo numero dell'edizione clandestina del giornale dopo solo sette mesi dalla chiusura da una sede in Francia. Il 1º luglio 1942 l'Unità ritorna in Italia, seppure in clandestinità. La diffusione clandestina de l'Unità prosegue per tutta la seconda guerra mondiale e con l'arrivo degli alleati dal 6 giugno 1944 riprende a Roma la pubblicazione ufficiale del giornale.
Nel 1945 si tiene a Mariano Comense la prima festa di diffusione del quotidiano, la Festa de l'Unità.
Ma negli anni più recenti inizia la crisi. Il 13 luglio 2000 il quotidiano è in liquidazione e il 28 luglio 2000 il quotidiano cessa le pubblicazioni.
Nel gennaio 2001 un gruppo di imprenditori coordinati da Dalai si organizza come Nuova Iniziativa Editoriale, rileva la storica testata e l'Unità torna in edicola il 28 marzo 2001. Ma di nuovo nel 2014 a causa della grave situazione debitoria, cessano le pubblicazioni del quotidiano dal 1° agosto. Si tenta una nuova ripartenza nel giugno 2015 con un Unità, completamente rinnovata e un notevole afflusso di capitale pubblico. La situazione del quotidiano all'inizio 2017 è molto difficile: sono 29, compreso il direttore, i giornalisti impegnati nella redazione del quotidiano, ma la crisi economica del quotidiano, dopo un anno e mezzo dal ritorno in edicola si è molto aggravata con perdite intorno ai 400 mila euro al mese e con una raccolta pubblicitaria quasi inesistente.

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