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Legge sviluppo: muro contro muro fra CSU e segreteria Industria

21 mag 2018
Lavoratore
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Sindacati al contrattacco: legge sviluppo, colpevole di aver “resuscitato la vecchia tassa etnica a danno dei frontalieri”. Nuovi posti di lavoro, sono 500, che per la CSU riguardano in maggior parte manodopera non qualificata, consentendo alle aziende di “aggirare il disincentivo economico previsto dalla legge, inquadrando i nuovi assunti con paghe più basse”. Insoddisfacente poi, per Enzo Merlini e Paride Neri delle Federazioni Industria CSU, il calo di 50 disoccupati: “una occasione persa, se confrontata con la realtà che ci circonda” - dicono, guardando all'Emilia Romagna come territorio che si è guadagnato la palma di locomotiva della crescita Italiana. “Positivo – osservano - che Zafferani voglia affrontare tramite decreto il nodo della disoccupazione di genere e delle fasce più deboli. “Meglio tardi che mai – concludono – considerando che sei mesi fa la Csu lo aveva chiesto al tavolo negoziale”.

Parte da qui Zafferani in una replica dura. “Quando le cose vanno bene è merito di eventi esterni (la ripresa dell'Emilia-Romagna, le imprese che investono) o dei sindacati; quando qualcosa non va è colpa del Governo.
Osserva come, a questi ritmi di crescita occupazionale, saranno superati i livelli italiani ed emiliano-romagnoli. Altro elemento positivo, poi, il calo della disoccupazione in senso stretto, ribadendo l'impegno di interventi su quella femminile e degli over 50.

Su un concetto concorda: “i posti di lavoro li creano le imprese, non le leggi. Ma le leggi devono aiutare le imprese a lavorare bene, senza vincoli, in un ambiente competitivo rispetto al circondario”. E tende la mano alla CSU, per un lavoro comune – dice - “evitando scontri a colpi di comunicati, una volta passata questa fase di conflitto a uso sciopero generale”.

AS

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