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Commissione d'inchiesta: prima il lavoro della magistratura

13 mar 2013
Commissione d'inchiesta: prima il lavoro della magistraturaPrima il lavoro della magistratura
Prima il lavoro della magistratura - La magistratura faccia luce sulle recenti vicende giudiziarie. Lo afferma la coalizione di maggioran...
Trascorsi i primi cento giorni di Governo la coalizione Bene Comune traccia un bilancio e ne approfitta per qualche considerazione sui temi che stanno infiammando la politica in questi giorni, prime fra tutti le vicende giudiziarie legate alle inchieste Chalet e al famigerato Conto Mazzini alla Banca Commerciale. Sulla possibilità di una commissione d'inchiesta politica, la maggioranza dice chiaro e tondo che le risposte devono arrivare dal tribunale. Sia la magistratura ad individuare eventuali responsabilità e lo faccia con sollecitudine, stabilendo la priorità per questo tipo di indagini. Se dovessero emergere coinvolgimenti - afferma la coalizione - si dovrà andare fino in fondo, anche se dovessero emergere anche solo dubbi e sospetti. Domani si riunirà la Commissione Affari di Giustizia e in quella occasione si discuterà della questione. Sulla annunciata proposta di Sinistra Unita, di trasferire le questioni in Commissione Antimafia, si limitano a dichiarare “ne discuteremo”. Insomma la maggioranza non esclude un atto politico ma prima ritiene opportuno aspettare che a chiudere l'inchiesta sia la magistratura. “Non vorremmo – affermano gli esponenti dei 4 partiti - che indagare su tutto si finisca per non consentire di fare chiarezza su nulla e per sollevare invece solo polveroni”. I primi cento giorni forniscono anche l'occasione per ragionare sul giudizio del Fondo Monetario e l'interessamento di investitori esteri. Condiviso il suggerimento dell'FMI a fare in fretta e ad avere coraggio. In questa direzione - dichiarano – vanno la spending review e il tavolo di sviluppo ma anche la riforma tributaria, che deve eliminare le sacche di privilegio. L'economia – aggiungono - deve ripartire e devono arrivare nuove entrate. Sugli investitori esteri l'invito è a non ragionare solo sulla proposta MaxDo, ma a definire con chiarezza il quadro in cui questi investimenti si devono collocare. Fissare cioè dei paletti ben definiti. Infine le emergenze legate all'occupazione: ripensare il sistema degli ammortizzatori e del credito sociale; la politica ha il dovere di dare risposte improntate alla responsabilità e non di mera propaganda.

Sergio Barducci

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