Il Faetano mette un “post it” nel libro mastro dell’Europa League. Proprio il piccolo Faetano, consapevole e pronto a far partita di sacrificio, rintanato e disposto a soffrire, sbuccia un risultatone. Impatta. Nello zero a zero da raccontare ai nipoti c’è una fase difensiva quasi perfetta, ci sono le scelte di Uraldi, la gamba di ha dato fino ai crampi, l’occhio vigile di Federico Gozzi e anche i pali. Diciamo qualche palo di bianco vestito proprio come i difensori del Faetano. Sarebbe stata un’impresa, con un pizzico di fortuna è diventato miracolo. E così lo Zestafoni pesta, sbuffa, rumina calcio e quando serve verticalizza per sfruttare quel cambio di passo ora mascherato ora ingeneroso. Uraldi prepara l’unica cosa che può e semplificando vuol dire tutti dire tutti dietro la linea della palla e Ricci davanti a fare la guerra. Ma si muove da squadra il Faetano, corta, con ottima predisposizione al raddoppio e pressing appena accennato perché il campo è grande e la priorità è stare in piedi per novanta minuti. Ottimi tutti i difensori con punte d’eccellenza per il capitano Valentini e il giovane Della Valle, ma forse non è il caso di fare i nomi. Perché lo 0-0 ottenuto senza innesti di grido e con la politica del gruppo è il successo di tutti quelli che, magari meno attesi di altri, si sono guadagnati una notte da oscar.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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